A differenza di un’esperienza come quella dei trekking, durante un Lungo Cammino gli aspetti dello spazio e del tempo vengono fortemente e persistentemente modificati, rispetto ai loro usuali assetti.
Tramite questo tipo di percorso, si può accedere ad uno stato di peculiare continuità, attraverso la quale sperimentare giorno dopo giorno la relazione con Sé stessi e con gli altri. In questo senso, scegliere un'esperienza di questo tipo, può assumere i connotati di un vero e proprio processo di crescita e trasformazione.
La routine di un Cammino sovverte i ritmi di vita che siamo abituati a seguire, permettendo alla persona coinvolta in questo tipo di percorso di percepire e rielaborare il proprio tempo, di abitarlo, con una diversa consapevolezza.
Se è dunque il tempo è il primo soggetto a cambiare volto, sarà la lentezza la vera protagonista della quotidianità dei Lunghi Cammini.
Essere accompagnati a soffermarsi su ritmi e bisogni, poterli ascoltare e procedere in accordo con essi, trovare un'armonia tra esigenze e rotture, saranno solo alcuni degli aspetti sui quali chi partecipa ad un'esperienza collettiva del genere verrà inevitabilmente chiamato ad osservarsi ed approfondire.
Gli accompagnatori, in questa come in ogni tipo di attività esperienziale da noi proposta, avranno in questo senso un ruolo fondamentale nell'aiutare la ricollocazione di tali osservazioni all'interno delle esperienze.
I cammini favoriscono un’allontanamento dai canoni di efficienza e competitività che ci vengono imposti e ai quali siamo stati socializzati: il tempo, quando scandito dai passi, allontana la persona dalla frenesia, portandola a scoprire un utilizzo alternativo di questa risorsa vitale.
La motivazione e la determinazione, in un Cammino Lungo, dovranno necessariamente essere introiettati e rimodulati sulle lunghe distanze; l’obiettivo non sarà più una vetta che si potrà scorgere all’orizzonte, ma qualcosa di altro, intangibile nel breve periodo, che proprio per la sua distanza necessiterà di una maggiore cura, in ogni giorno di cammino, ponendosi dei piccoli obiettivi passo dopo passo.
Lo zaino diventerà in questo processo una casa e i compagni di cammino una nuova e temporanea comunità, composta delle scelte che ogni camminatore affronterà, dandosi la possibilità di scoprire l’essenzialità. Si potrà allora comprendere la necessità di lasciare indietro oggetti e pensieri vani, che diventerebbero una zavorra da portare in spalla durante il cammino: le scelte contenute in uno zaino potrebbero portare a modificare i parametri di comfort, conducendoci a una concezione differente di vivere l’agio. Nell’abbandonare pensieri e pressioni futili, si potrà cogliere la possibilità per un dato spazio-tempo di poter sperimentare una conoscenza più intima, e in chiave diversa, del Sé (a partire dal nostro Corpo) e del Gruppo. Riuscendo a ritrovare la familiarità in poche cose materiali, ci si potrà maggiormente concentrare sull’esperienza, sul Sé e sulla relazione con l'Altro.
Durante questo tipo di percorsi, anche l'ambiente gioca un ruolo fondamentale: camminando a lungo si modellerà il rapporto che abbiamo con esso. Conducendoci fuori dai nostri canoni di “normalità”, attraverso la sua necessaria mutevolezza, si creeranno straordinarie occasioni di scambio non più mediato dalle confortevoli strutture dell'ordinario.
Percorrere a piedi luoghi tra loro differenti permette di entrare in stretto contatto con essi e con le persone che li abitano. Riuscendo a trovare una confidenza con ciò che inizialmente era ostile e sconosciuto, si sperimentano le proprie capacità nel saper ricreare un ambiente familiare e confortevole, con quel che si ha e con chi ci sta camminando a fianco, stimolando le proprie capacità di adattamento resiliente e di riscoperta delle proprie risorse in chiavi sempre nuove.